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A Firenze Convegno Amsterdam 1928 : la svolta del movimento olimpico

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In una delle sale del Consiglio regionale della Toscana si è tenuto il Convegno su “Amsterdam 1928 : la svolta del movimento olimpico”, alla presenza di un gruppo consistente di studenti del Liceo sportivo di Firenze.

Dopo i saluti del Presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani e dell’assessore allo sport e alla salute del Comune di Firenze Andrea Vannucci, ha preso la parola il professore emerito dell’Università di Tor Vergata Antonio Lombardo puntando l’attenzione sul cambio della guardia alla testa del Comitato internazionale olimpico (CIO) che ha comportato come l’Olimpiade di Amsterdam fosse la prima dell’era post-decoubertiniana. Il nuovo Presidente Baillet-Latour, pur non rinnegando le linee guida del suo predecessore, puntava ad un’apertura cauta e controllata dell’olimpismo alla modernità, sociale, culturale e mediatica, accentuando il ruolo dei Giochi come massima espressione sportiva del pianeta.

Nel secondo intervento, Gherardo Bonini degli Archivi storici dell’Unione europea ha mostrato come, in un programma internazionale sempre più denso, la presenza delle Olimpiadi alternative, organizzate dal movimento socialista, e delle Spartakiadi, ispirate più direttamente dall’Unione Sovietica, fossero recepite come significative minacce a questo rafforzamento dell’olimpismo. Oltre a fronteggiare i programmi differenti e più includenti il movimento femminile, si doveva rafforzare l’attrazione dell’olimpismo borghese, ma universalista, contro gli elementi partecipativi e di coinvolgimento dei Giochi proletari, inoltre il CIO dibatteva anche la possibilità, rientrata, di creare una rappresentativa russa aggregando i fuoriusciti anti-comunisti. Il senso di ricompattamento dell’olimpismo tradizionale è stato sottolineato ancor più nell’intervento centrale del convegno, quello di Franco Cervellati su Giuseppe Cassioli quale artista autore della medaglia olimpica in vigore da Amsterdam sino a Sydney 2000, nonostante che, dall’edizione olimpica di Monaco 1972, fu conservata solo l’effigie di una  sola prima facciata. L’introduzione della medaglia permanente, accanto a quella del braciere, della sistemazione simbolica e fattuale della sfilata, della formattazione della pista da 400 metri come stabile, sono da considerarsi atti precisi di appropriazione culturale, oltre che di marketing.

Sergio Giuntini ha poi presentato una breve quanto illuminante carrellata di personaggi simbolo di quell’Olimpiade, soprattutto femminile. Per le donne, atletica leggera e ginnastica debuttarono proprio ad Amsterdam e furono al centro di varie controversie. Tuttavia, la discobola Halina Konopacka e le vittoriose ginnaste olandese, che precedettero le piccole pavesi, annunciarono anche il fosco avvenire, poiché la fuoriclasse polacca divenne perno della resistenza del suo paese e, tragicamente, alcune delle ginnaste olandesi, di origini ebraiche, furono vittime dell’Olocausto. Sottolineata anche la vittoria del pugile italiano sordo Carlo Orlandi.

Nella sessione pomeridiana, Rosella Frasca e Teresa Gonzalez Aja, in un intervento di ampio respiro che ha spaziato su moltissimi fronti, hanno focalizzato l’attenzione sul ruolo della donna nello sport del tempo, quali erano i limiti, gestiti al maschile, entro le quali le sportive erano obbligate a muoversi. Oltre che sulle dinamiche legate alle dittature fasciste, le due relatrici hanno insistito anche sulle questioni del lavoro femminile che gravavano come ineliminabile sottofondo agli intrecci dello sport.

A tali assunto, hanno offerto un consequenziale correlato Gustavo Pallicca e Alberto Manfredini nella loro comunicazione vertente sulle Olimpiadi della grazia organizzate a Firenze nel 1931,alla presenza di Alice Milliat, leader della federazione sportiva internazionale femminile. A livello competitivo, essa fu una straordinaria occasione per rappresentanti di alcuni paesi, prima di tutte la Gran Bretagna, la cui squadra atletica femminile era rimasta esclusa ad Amsterdam, per confrontarsi, con molto successo, con le altre compagini europee. Inoltre, l’occasione svelò una forte comunanza cameratesca tra le donne sportive presenti a Firenze, solidali anche nel conforto alla giavellottista Hargus, che ricevette la notizia della morte della madre durante la manifestazione.

Gherardo Bonini

A Trieste seminario di studi di storia militare e storia dello sport sulla Grande guerra

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Gli Atti del Seminario “Sport e Grande guerra. Il contributo del Sud” che ha avuto luogo a Caserta il 5 e 6 ottobre 1918 sono stati presentati lo scorso 8 novembre presso la sede della Lega Navale Italiana di Trieste durante l’evento “In viaggio in barca a vela e nella storia. Seminario di studi di storia militare e storia dello sport sulla Grande guerra” organizzato dalla Società Italiana di Storia dello Sport, dalla Società Italiana di Storia Militare, dalla sezione triestina della Lega Navale Italiana e dal Comune di Trieste.
Il Seminario, che ha avuto come moderatrice la giornalista Rosanna Turcinovich, è iniziato con l’introduzione del dott. Pier Paolo Scubini, presidente della Lega Navale di Trieste, e dell’ammiraglio Romano Sauro, nipote del martire Nazario Sauro.
Il dott. Alberto Zanetti Lorenzetti, socio fondatore della SISS, ha portato i saluti della Direzione della nostra associazione, precedendo la presentazione degli Atti del seminario di Caserta avvenuta ad opera del rappresentante del SISM dott. Ugo Falcone, già autore di un intervento nel Convegno “Lo sport alla Grande guerra” che si è svolto a Firenze nel maggio 2014.
A seguire Alberto Zanetti Lorenzetti ha illustrato la sua ricerca “Raid sportivi e raid di guerra. Grandi imprese e propaganda da D’Annunzio a Marinetti” corredata da numerose immagini d’epoca. Ha preso poi la parola il prof. Silvio Dorigo che ha approfondito il tema “Il movimento dei Sokol a Trieste tra fine secolo e Grande guerra”, un argomento di grande interesse che sicuramente merita di essere riproposto. Ha concluso la prima serie degli interventi il dott. Pierluigi Roesler Franz, già consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che ha intrattenuto i presenti con una relazione dal titolo “I giornalisti sportivi caduti in guerra”.
Il progetto “Sauro 100” è stato al centro della seconda parte dell’evento attraverso l’illustrazione dell’iniziativa a scopo benefico di Romano Sauro “Viaggio in barca a vela per 100 porti per 100 anni di storia” effettuato con la barca a vela Galiola III, il cui nome ricorda lo scoglio sul quale andò ad incagliarsi il sommergibile Pullino, su quale era imbarcato Nazario Sauro. Dopo la visione di un filmato dedicato al lungo percorso affrontato dall’imbarcazione, il Seminario si è concluso con la presentazione del libro “Nazario Sauro. Storia di un marinaio”.
Hanno presenziato all’evento il dott. Ennio Abate, ex presidente della Lega Navale di Trieste, il vicepresidente della Federazione Italiana Baseball Fabrizio De Robbio, la signora Vera Poli, figlia del presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera durante gli anni Sessanta e collaboratrice delle recenti iniziative archivistiche pugliesi, e l’atleta Tania Vincenzino, rappresentante delle società sportive delle Forze Armate.

VII Convegno nazionale della Società Italiana di Storia dello Sport. “Donna e sport nella storia d’Italia”, Treviso, 9 e 10 novembre 2018

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Nel suggestivo Palazzo dei Trecento, nel cuore di Treviso, si è tenuto negli scorsi 9 e 10 novembre l’annuale convegno della Società Italiana di Storia dello Sport, un’importante occasione di confronto e vivace dibattito fra interessati ed esperti del settore. Filo conduttore dell’appuntamento di quest’anno il rapporto fra donna e sport, un tema in sottotraccia in un universo, quello sportivo, ancora oggi declinato quasi esclusivamente da narrazioni al maschile. Un evento che ha saputo attrarre sinergie e interesse dalla realtà che lo ha ospitato, come dimostra la collaborazione con il Treviso Comic Book e altre istituzioni cittadine.

Dopo i saluti iniziali, portati dalle autorità trevigiane, sono stati premiati i tre autori delle miglior pubblicazioni dello scorso anno: Nicola Sbetti (premio Capanni), con la sua Storia della Coppa del Mondo di calcio (1930-2018), Walter Bernardi (premio Manacorda), con Il caso di Fiorenzo Magni. L’uomo è il campione nell’Italia divisa, e Maria Emanuela Marinelli (premio Santarelli).

In una prima sessione più incentrata su una lettura collettiva del rapporto fra donne e sport, un’efficace cornice introduttiva è stata fornita dal primo intervento, di Antonella Stelitano: Donne e Sport tra diritti e pari opportunità: la leadership femminile nello sport. Un lavoro che ha evidenziato le contraddizioni ancora oggi presenti nel rapporto fra donna e sport e come, a livello gestionale e amministrativo sia ancora molta la disparità rispetto al mondo maschile. È stato poi Andrea Viadotti (Donne e sport nella mia esperienza di manager), a porre l’accento sull’effettiva realtà che circonda un’atleta di alto livello nel mondo contemporaneo, Sofia Goggia. Claudio Mancuso ha riportato l’attenzione sul contesto storico, tratteggiando alcuni passaggi chiave dello sport siciliano, fra Italia liberale e Fascismo (Le donne e lo sport in Sicilia dall’Unità al Fascismo). Sessione chiusa da Enrico Landoni, che ha tratteggiato i contorni di Maria Sacco, figura pioneristica dell’equitazione femminile (Vivere sempre di corsa).

La seconda sessione, più orientata nella rappresentazione della donna nello sport, è stata aperta da Marta Mazza che, sfruttando la ricchissima collezione Salce, ha evidenziato le diverse rappresentazioni della donna sportiva nella pubblicità (Donne e Sport nei manifesti della collezione Salce). La parola è poi passata a Francesco Gallo, che ha riportato l’attenzione sul rapporto fra le prime olimpiadi e le donne (Amsterdam 1928). Gherardo Bonini, ha invece sottolineato l’evoluzione tecnica e di esecuzione degli anelli e parallele ginniche femminili (Anelli, sbarra e parallele nella ginnastica femminile dal 1928-1938), mentre Alessandro Mastroluca ha illustrato le vicende del calcio femminile e delle difficoltà insite nella sua gestione (Un sogno azzurro…in rosa).

La terza sessione del giorno si è invece incentrata su figure emblematiche di grandi atlete, a partire dall’intervento di Roberta Benedetta Casti, basato sulla vita pubblica e privata di Giuseppina Leone (La campionessa Giuseppina Leone). Le grandi atlete della scherma sono state invece al centro dell’interesse di Fabrizio Orsini (La scherma è donna), mentre Raffaele Ciccarelli ha invece nuovamente tratteggiato, in una prospettiva più ampia, il calcio femminile (L’altra faccia di Eupalla).

Il rapporto fra donne e motori è stato invece il focus della seconda giornata di lavori, in particolare attraverso il lavoro di Federico Greco, Donne e motori, storie di automobilismo al femminile, incentrato sulle pionere dell’auto al femminile. Marco Gianni ha invece portato il proprio contributo sulla grande aviatrice Gaby Angelini, campione e poi martire del fascismo (La prima martire dello sport femminile italiano?)

La quinta ed ultima sessione ha visto interventi di più ampio respiro, grazie alla partecipazione di due vere e proprie autorità degli studi dello sport in Italia, Felice Fabrizio e Sergio Giuntini. Il primo nella cornice del rapporto fra Olimpiadi e sport (Cinque cerchi in rosa), mentre il secondo sul più specifico tema dello sport femminile e sinistra politica (Donne, sinistra e sport in Italia).

Conclusioni del convegno affidate al Presidente della SISS, Francesco Bonini che, dopo aver ringraziato Antonella Stelitano per l’impeccabile organizzazione, ha evidenziato l’importanza dell’appuntamento trevigiano, base per riflessioni e spunti di alto rilievo.

 

Abstract Book del convegno

Programma del convegno

Consegnati i premi SISS 2018

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Nel corso del recentissimo VII Convegno Nazionale della Società Italiana di Storia dello Sport tenutosi a Treviso il 9 e 10 novembre scorsi sono stati consegnati gli annuali premi della SISS.
Il premio “Mario Alighiero Manacorda” è stato assegnato a Walter Bernardi per il saggio “Il “caso” Fiorenzo Magni. L’uomo e il campione nell’Italia divisa”, Portogruaro, Ediciclo Editore, 2018.
La giuria ha così motivato la sua scelta: “L’autore ha riaperto una pagina oscura della guerra civile italiana, la battaglia di Valibona, arricchendone la conoscenza con fonti archivistiche inedite, recuperate attraverso un paziente lavoro di ricerca ricalcato sulle tecniche dell’indagine poliziesca.
L’uomo Fiorenzo Magni e il futuro campione delle due ruote Fiorenzo Magni diventano protagonisti di una vicenda complessa, ambientata nella Toscana profonda, che ripercorre la storia nazionale dagli ultimi anni del fascismo alla guerra e da qui agli anni convulsi della ricostruzione, in cui la lotta politica divampa anche sulle strade del Giro d’italia.
Padroneggiando in modo magistrale gli strumenti del metodo storico, dando mostra di un ammirevole serenità di giudizio, l’autore tratteggia l’immagine di un personaggio tormentato e controverso, fornendo una propria interpretazione dei fatti, ma lasciando libero il lettore di costruirsi una sua opinione”.
Il premio “Aldo Capanni” per la miglior pubblicazione under 35 è andato al socio SISS Nicola Sbetti, con menzione d’onore al coautore Riccardo Brizzi, per il volume “Storia della Coppa del mondo di calcio (1930-2018). Politica, sport, globalizzazione”, Firenze, Le Monnier, 2018.
Sull’assegnazione la giuria ha così motivato: “Il libro, che riprende il modello di ricerca adottato dall’autore in “Giochi di potere. Olimpiadi e politica da Atene a Londra (1986-2012)”, esemplifica al meglio la possibilità di leggere le vicende politiche, economiche, culturali e sociali del mondo contemporaneo attraverso la lente dei grandi eventi sportivi di portata mondiale.
La solidità dell’impianto, l’ampiezza della documentazione, la varietà e la complessità dei temi affrontati lo rendono un valido punto di riferimento per tutti gli studiosi, a dimostrazione dell’impegno e del valore delle nuove leve della storiografia sportiva italiana”.
Il premio “Nora Santarelli”, che premia gli archivisti che si sono distinti nella tutela e valorizzazione della documentazione sportiva è invece andato a Maria Emanuela Marinelli, responsabile del settore archivi sportivi della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio, per l’instancabile impegno profuso a fianco della dottoressa Santarelli nei programmi di censimento e di salvaguardia delle memorie sportive nazionali e regionali.