V Convegno Nazionale SISS

L’eroe sportivo nella storia dell’Italia contemporanea

Bologna, Dipartimento di Storia Culture Civiltà

11-12 novembre 2016

«Senza il pubblico che guarda, ama, si esalta ed esalta, applaude e sanziona, lo sport sarebbe poca cosa. L’eroe vive, cioè, nella relazione stabile con il pubblico che segue le sue prodezze e con lui s’identifica attraverso mezzi di comunicazione sempre più efficienti e perfezionati. Il cantore che celebra, fissa e trasmette l’impresa e il suo ricordo alla memoria collettiva è indispensabile. E la retorica è da sempre essenziale alla mitologia sportiva». Il brano che abbiamo appena citato è tratto dal libro di Daniele Marchesini Eroi dello sport: storie di atleti, vittorie, sconfitte. Ispirato proprio da questa pubblicazione il quinto convegno della Società Italiana di Storia dello Sport, che si è tenuto l’11 e il 12 di novembre presso il Dipartimento di Storia, culture e civiltà dell’Università di Bologna, ha posto al centro del dibattito proprio la figura dell’eroe sportivo nella storia dell’Italia contemporanea.

La chiusura del Convegno

Ad aprire le danze dei numerosi interventi degli storici proprio Daniele Marchesini il quale, però, durante il suo intervento, ci ha tenuto a ricordare che «l’elenco di tanti numeri uno ammirati, ma di cui non importa granché, o per i quali l’infatuazione non dura molto, si allunga a dismisura di pari passo con la moltiplicazione all’infinito delle discipline, degli appuntamenti importanti, dei praticanti». È parsa invece lunga e radicata l’infatuazione verso la figura dell’eroe sportivo nella storiografia europea, quella raccontata poi da Paul Dietschy, autore – tra l’altro – del saggio Storia del calcio, recentemente tradotto in italiano e presentato giovedì 10 novembre a Bologna. Un interessante punto di vista su alcune mitiche figure di atleti francesi. Un altro argomento fondamentale, come ha sottolineato Angela Teja, è stato quello dedicato all’importanza della creazione e della preservazione degli archivi sportivi soprattutto «in un epoca in cui l’immagine e l’audiovisivo tendono a mettere in ombra le fonti cartacee». La due giorni di convegno è poi proseguita con interventi assai approfonditi che, per propria natura, hanno in pratica raccontato quasi gli ultimi 150 anni del nostro Paese. Dal cavallo Vandalo, il «primo eroe sportivo» dell’Italia Unita, presentato dal nostro Presidente onorario Felice Fabrizio fino al fascismo e ai suoi protagonisti dello sport come Primo Carnera, ottimamente raccontato da Marco Impiglia e Juan António Simón.

È stato poi il turno delle donne. A tal proposito si è partiti da un quesito molto diretto: esiste l’eroe sportivo di genere femminile? In una città come Bologna non si poteva di certo fare a meno di raccontare le straordinarie carriere di Claudia Testoni e Ondina Valla, protagoniste in Italia e anche all’estero, alle controverse Olimpiadi di Berlino del 1936. E poi anche Alfonsina Strada, Paola Pigni e le donne del tennis: tutte in corsa sulla difficile strada del pregiudizio. Nella giornata di sabato ci si è divisi in due sessioni parallele: una dedicata all’eroe sportivo nel contesto locale, l’altra a “biografie e prospettive”. Nella tavola rotonda conclusiva presieduta dal Presidente della Sissco Fulvio Cammarano, sono intervenuti, facendo il punto sulla storia dello sport all’interno della cornice della storia contemporanea in Italia e in Europa Daphné Boltz (Università di Rouen e Segretaria generale del CESH), Patrizia Dogliani (Università di Bologna) e Francesco Bonini (Rettore della Lumsa). Nelle conclusioni finali la Vicepresidente della Società Italiana di Storia dello Sport ha ringraziato i soci organizzatori del congresso Patrizia Dogliani, Nicolò Falchi, Nicola Sbetti e Daniele Serapiglia.