
X Convegno Nazionale SISS
Lo sport durante il Fascismo.
Ricerche storiche e prospettive storiografiche a cento anni dalla Marcia su Roma
Università di Salerno, Campus di Fisciano, Aule DISUFF
8-9 OTTOBRE 2022
Nei giorni 8 e 9 settembre 2022 si è tenuto a Fisciano (SA) il X convegno nazionale della Società Italiana di Storia dello Sport, intitolato “Lo sport durante il Fascismo. Ricerche storiche e prospettive storiografiche a cento anni dalla Marcia su Roma”. L’iniziativa è stata patrocinata dal Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione (DISUFF) dell’Università di Salerno, che ha ospitato l’evento nelle sue aule del campus universitario di Fisciano, dal Mediterranean Knowledge – International Centre for Studies and Research e dalla Fondazione Museo del Calcio. Fondamentale per lo svolgimento del convegno è stato inoltre il contributo del comitato organizzatore, composto da Erminio Fonzo, Deborah Guazzoni, Carmen Lucia Moccia e Matteo Monaco.
L’occasione del centenario dalla Marcia su Roma ha fornito lo spunto per avviare una riflessione sullo stato degli studi storici sullo sport durante l’epoca fascista in Italia, sicuramente una delle maggiormente indagate tanto dalla storiografia sportiva quanto dalla pubblicistica più generale. Il convegno ha visto ampia partecipazione di studiosi da tutto il mondo ed ha fornito non solo un quadro degli studi conclusi ed in atto sullo sport in epoca fascista, ma è stato altresì occasione per proporre nuovi filoni di indagine per future ricerche.
L’evento principale è stato preceduto, nel pomeriggio del 7 settembre, dal seminario di ricerca SISSCo “La storia dello sport in rapporto alla storia generale”, tenutosi presso l’aula 13 del DISUFF, che ha visto gli interventi di diversi nomi di spicco tra gli studiosi della storia dello sport in Italia, come Eleonora Belloni, Patrizia Dogliani, Erminio Fonzo, Rosa Maria Grillo, Guido Panico, Stefano Pivato, Nicola Sbetti e Francesca Tacchi. Al termine degli interventi programmati, il seminario è stato occasione di interessante discussione sulle prospettive accademiche della storia dello sport e sulla sua integrazione con lo studio e l’insegnamento della storia generale.
La giornata dell’8 settembre è stata aperta dall’intervento di Felice Fabrizio, che, in qualità di primo keynote speaker del convegno, ha presentato un’avvincente ricostruzione dei primi tempi della storia dello sport nell’accademia italiana, accompagnata da un’efficace rievocazione della propria personale esperienza di studioso agli albori della materia, in un’epoca di forti passioni politiche come gli anni settanta.
Le sessioni della mattinata hanno avuto per temi rispettivamente “La fascistizzazione delle istituzioni sportive” e “Le peculiarità dello sport durante il fascismo: le colonie africane, la partecipazione femminile, i primi tempi del governo Mussolini”. Il primo panel, moderato da Eleonora Belloni, ha visto la partecipazione di Enrico Landoni, Alberto Molinari, Massimo Cervelli e Domenico Elia. La fascistizzazione delle istituzioni sportive è stata affrontata attraverso lo studio di casi esemplari come il CONI, Unione Velocipedistica Italiana e Ente Nazionale per l’Educazione Fisica, ma anche con prospettive di storia locale come quella degli Enti Provinciali Fascisti Sportivi.
La seconda sessione, coordinata da Lorenzo Venuti, ha fornito molteplici spunti su temi spesso poco indagati nell’ambito dello sport fascista. Gli interventi di Nicola Sbetti, Claudio Mancuso, Marco Giani e Michele Bassi sono stati occasione per discutere dello stato dello sporti italiano nei giorni della Marcia su Roma, dello sport nelle colonie africane, della pratica sportiva femminile nelle associazioni di regime e del confronto tra Italia e Germania nello sport femminile nel corso degli anni trenta e quaranta.
I lavori pomeridiani sono stati aperti dal secondo keynote speaker di giornata, Guido Panico, che con il suo intervento dal titolo Il racconto, la rappresentazione e il teatro dello sport tra le due guerre ha fornito un interessante scorcio delle implicazioni sociali e culturali dello sviluppo dello sport nel periodo interbellico, mostrando come il regime non solo abbia contribuito alla crescente rappresentazione del fenomeno sportivo, ma ne sia a sua volta rimasto influenzato.
Le sessioni successive si sono concentrate sulle “Narrazioni e ideologie dello sport fascista” ed “I gerarchi e lo sport”. Nella prima, coordinata da Stefano Pivato, si sono succeduti gli interventi di Sergio Giuntini, Alberto Brambilla, Clement Luy, Didier Rey e Gabriele Fredianelli, dedicati alla narrazione ed alla rappresentazione ideologica dello sport di regime, analizzate attraverso lo studio di temi come il rapporto tra lo sport e l’ambito letterario (con particolare attenzione alla narrativa), il racconto dell?eroe sportivo, le modalità di propaganda applicate ad una disciplina assai popolare come il ciclismo e la tanto inusuale quanto interessante prospettiva dei francobolli e della filatelia.
Nel panel moderato da Francesca Tacchi si sono invece affrontate le figure dei gerarchi fascisti ed il loro rapporto con la dimensione sportiva. Attraverso gli interventi di Fabien Archambault, Gianluca Fulvetti e Andrea Torre, Michelangelo Borri e Tommaso Begotti si sono tracciati i ritratti di diversi esponenti fascisti di primo piano impegnati nell’ambito sportivo attraverso la rielaborazione delle tradizioni locali, la promozione dell’attività fisica, la teorizzazione medica o la partecipazione ai direttivi societari, con particolare attenzione a casi locali come Firenze, Lucca e Ferrara.
La seconda giornata del convegno é stata inaugurata dalla presentazione di Patrizia Dogliani che in qualità di keynote speaker ha approfondito l’ambivalente rapporto tra lo sport, l’internazionalismo ed i nazionalismi tra le due guerre mondiali. Attraverso un percorso partito dalle origini della pratica sportiva moderna ed ampliandosi fino a toccare le diverse implicazioni politiche dell’attività sportiva nei primi decenni del ventesimo secolo, la presentazione ha fornito un quadro sfaccettato dello sport nel suo legame con le grandi ideologie del Novecento.
Le sessioni mattutine, con il coordinamento rispettivamente di Paolo Diana e Raffaele Ciccarelli, si sono invece concentrate sull’analisi dei “Confronti e relazioni internazionali sportive” e de “Il regime e le discipline sportive. Nel primo panel Paul Dietschy, Lidia Lesnykh, Deborah Guazzoni, David Imhoof, Daniele Serapiglia ed Edoardo Molinelli hanno presentato, sotto diversi punti di vista, la dimensione internazionale dello sport negli anni del regime fascista, adottando una prospettiva comparativa con gli esempi provenienti da altri paesi. Negli interventi si sono succedute analisi che hanno spaziato dal rapporto tra i francesi e lo sport fascista alla lotta di potere franco-italiana per il controllo dello sport universitario internazionale, dai rapporti tra lo sport fascista e quello nazista sino alla teorizzazione dell’immagine dell'”uomo nuovo” tra Italia e Portogallo, per concludersi con lo studio dello sport antifascista attraverso il caso dell’Olìmpiada Popular di Barcellona 1937 con particolare attenzione al contributo degli atleti italiani. La seconda sessione ha visto gli interventi di Elvis Lucchese, Fabrizio Orsini e Michelangelo Borri, dedicati allo studio delle singole discipline sportive nell’epoca fascista. Attraverso l’analisi del rugby, della scherma e dello sport coloniale italiano, sono state messe in evidenza le diverse modalità con cui il regime fascista si è rapportato con lo sport, esercitando un’influenza diretta o indiretta.
Le due sessioni conclusive pomeridiane si sono invece concentrate sullo studio di casi locali, divisi tra “Sport e fascismo nelle province: il Centro-Nord” e “Sport e fascismo nelle province: il Mezzogiorno”. La prima discussione, moderata da Giuseppe D’Angelo, ha visto la partecipazione di Vanni D’Alessio, Matteo Monaco e Pierfrancesco Trocchi, che hanno presentato i casi di Fiume, Brescia e Bologna, soffermandosi in particolare su alcune specifiche tematiche come l’uso politico del calcio nei territori di frontiera, l’analisi del rapporto tra il regime e le istituzioni sportive locali e la promozione degli sport invernali. La seconda sessione, coordinata da Nicola Sbetti, si è invece dedicata allo studio del rapporto tra fascismo e sport nel Meridione, attraverso le presentazioni di Raffaele Ciccarelli, Francesco Ferrara e Cristina Meduri, dedicate rispettivamente allo sport fascista in Terra di Lavoro, al rapporto tra calcio e regime a Napoli ed alla Reggio Calabria sportiva.
Ad ideale chiusura del convegno, nella mattinata di sabato 10 settembre, si è tenuta a Caserta, presso la sede della Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, l’inaugurazione della Biblioteca dello Sport curata dal socio SISS Raffaele Ciccarelli.
Tommaso Begotti