“Sport e Grande Guerra. Il contributo del Sud”: la presentazione a Roma

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Mercoledi 16 aprile 2019, nella splendida Caserma Pio IX di Roma, è stato presentato il volume “Sport e Grande Guerra. Il contributo del Sud. Atti del Seminario internazionale. Caserta 5-6 ottobre 2017”, a cura di Angela Teja, Donato Tamblè e Luciano De Luca. A introdurre i lavori è stato il generale di brigata Fulvio Poli, vice capo del V Reparto Affari Generali dell’Esercito, il quale, dopo i saluti iniziali e l’aver ricordato come le caserme siano al servizio della cittadinanza ed aprano volentieri le loro porte a occasioni come queste, ha sottolineato che durante la Grande Guerra lo sport è stato un valido strumento di identità nazionale, al pari del senso comunitario che aveva dato la vita in trincea. La parola è quindi passata al prof. Virgilio Ilari presidente della Società Italiana di Storia Militare, il quale ha messo in evidenza che il significato del seminario internazionale di Caserta è quello di aver mostrato che gli studi di storia dello sport possono agevolmente interfacciarsi con quelli di storia militare. In particolare ha citato, ad esemplificazione dei saggi degli storici militari presenti nel volume, quello di Gregory Alegi, che traccia le fasi della nascita dell’aviazione militare italiana all’interno dell’Esercito con evidenti componenti cavalleresche, molto collegate agli atteggiamenti sportivi. Il prof. Francesco Bonini, presidente della Siss e rettore della Lumsa, nel suo intervento ha rilevato che il volume si occupa delle problematiche del Sud nell’ampia prospettiva del processo di unificazione dell’Italia, affermando la necessità che la storia dello sport si dedichi ai grandi periodi della storia patria. Si è inoltre soffermato sul movimento dei Sokol, un argomento di grande interesse dal punto di vista storico che merita un approfondimento, movimento che si è diffuso nell’Italia del nord-est nel periodo considerato e di cui si è parlato al seminario di Caserta, grazie all’intervento di un rappresentante dell’Ambasciata ceca. È stata quindi sottolineata la necessità di fare rete tra le istituzioni, di costituire ampie comunità di storici a più voci per ottenere risultati crescenti anche nel settore dello sport, come testimonia il lavoro fatto a Caserta. La storia dello sport è difatti una materia trasversale a più discipline, e proprio dal suo insegnamento nelle scuole e nelle università si potrebbero trarre veri e propri “frutti civili”, risultati cioè utili per la formazione dei futuri cittadini. 2 Nella seconda parte della mattinata la parola è passata ai curatori. Per primo ha parlato il prof. Donato Tamblé, presidente del Centro studi Sports’records e condirettore del dipartimento SISS sui beni culturali sportivi, che ha messo in risalto l’importanza di portare avanti l’individuazione e lo studio delle fonti documentarie per la storia dello sport nell’Italia meridionale, evidenziando anche la necessità della tutela degli archivi, soprattutto quelli privati, che, se trascurati, rischiano la dispersione e il degrado. Occorre invece salvaguardare dall’incuria il materiale documentario senza il quale nessuna storia può essere scritta validamente.

 

Tale necessità è ancor più sentita al Sud, dove l’arretratezza economica e culturale, certamente evidente nel periodo della Grande Guerra, per certi versi lo è ancora. Pregio del seminario di Caserta e ora di questo libro è proprio quello di indirizzare in maniera più compiuta l’attenzione degli storici e degli addetti ai lavori sulla necessità di conservare, riordinare e valorizzare il materiale archivistico, che va messo a disposizione soprattutto per la formazione dei nuovi ricercatori. Nel suo intervento il prof. Luciano De Luca, ha voluto anzitutto ricordare l’impegno della famiglia Abbondati nella diffusione della disciplina della ginnastica, citando in particolare Lucia Fellicò Abbondati moglie di Ferdinando. Inoltre, ha ricordato alcuni eroi della Campania che si sono distinti nella Prima Guerra mondiale, tra questi: Oreste Salomone di Capua, primo pilota aviatore a ricevere la Medaglia d’Oro al Valor Militare, e il napoletano Armando Diaz che, prima di essere stato un generale, era stato anche un grande atleta ginnasta. E’ stato quindi invitato a parlare il generale Giorgio Seccia, autore di uno dei contributi del volume, il quale, vista la numerosa presenza tra il pubblico di studenti del liceo sportivo S. Maria, si è intrattenuto su di un tema certamente a loro caro, il calcio, trattando la nascita della prima squadra di questo sport al Sud d’Italia, l’Anglo Palermitan and Foot-Ball club (1900), e di come il mare abbia favorito l’avvento di questa specialità, portando nei porti i vascelli di mercanti e in genere di imprenditori inglesi, i primi appassionati di calcio nella sua storia. A concludere i lavori è stata la prof.ssa Angela Teja, che ha illustrato le immagini proiettate a commento silenzioso della giornata, che erano quelle dei Giochi di Joinville – meglio conosciuti come le Olimpiadi militari del 1919 – auspicando la celebrazione del loro centenario. A questo proposito ha chiesto la collaborazione del gen. Poli e del Gruppo sportivo Esercito per un evento rievocativo in autunno, 3 quando cadrà anche l’anniversario dell’inaugurazione dello stadio Silvano Abba della Cecchignola (1959). Ha quindi ringraziato per l’ospitalità e si è rivolta agli atleti azzurri dell’Esercito presenti in sala: Eva Cristacci del nuoto, Fabio Bianchi della scherma e Gegia Gualtieri dell’atletica leggera. Volendo evidenziare il rapporto che sempre esiste tra passato e presente, è stato ricordato come i Gruppi sportivi militari, che nascono nel secondo dopoguerra, originano idealmente dopo la prima guerra mondiale, proprio dopo l’occasione di Joinville, quando per la prima volta si evidenziò come i soldati fossero tra i meglio addestrati anche per lo sport. Del Gruppo sportivo Esercito ha poi ricordato che è stato il primo a formarsi in maniera organizzata nel 1960, anche in supporto alla macchina organizzativa dei Giochi di Roma, quando il Reparto Olimpico Militare ha avuto un ruolo essenziale per l’apparato logistico della più grande occasione sportiva internazionale estiva che mai abbia avuto l’Italia.

Infine la prof. Teja ha ricordato che i Gruppi sportivi militari, così importanti per il medagliere italiano, lo sono anche perché permettono di risolvere alcuni problemi che derivano, soprattutto per il settore femminile, dall’assenza di una legge organica sul professionismo sportivo, per cui le atlete, per esempio, restano senza alcuna tutela assistenziale e previdenziale, che le priva anche dei diritti della maternità. In sala erano presenti studiosi storici della Sism e della Siss, oltre agli studenti, e tutti, con grande attenzione, hanno ascoltato le relazioni e i racconti storici sportivi, mostrando vivo interesse all’argomento e apprezzandone la novità. Fra gli interventi del pubblico, quello di Vanni Loriga, giornalista e storico dello sport, in particolare di quello militare, essendo stato anche uno dei responsabili del Gruppo sportivo Esercito sia alla Cecchignola che a Orvieto. L’evento è stato annunciato anche nella pagina della Struttura di Missione per la commemorazione dei grandi eventi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (http://eventi.centenario1914-1918.it/it/evento/sport-e-grande-guerra-ilcontributo-del-sud) che si ringrazia sentitamente.

 

I CURATORI

ANGELA TEJA, DONATO TAMBLÉ, LUCIANO DE LUCA

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