Martedì 12 aprile si è tenuto un convegno sulla figura di Andreina Sacco Gotta.
Questo il resoconto scritto dalla nostra socia onoraria Angela Teja:
Nella busta 2, fascicolo 1/4 del fondo archivistico “Mario Gotta e Andreina Sacco Gotta”,
compare la scheda elettorale utilizzata da Andreina nel 1946, la prima volta del voto alle
donne italiane. Questo documento è testimonianza di un momento importante della storia
dell’emancipazione femminile conservato nel suo archivio dalla protagonista della Giornata
commemorativa organizzata dalla SISS il 12 aprile presso la sala Vittorio Pozzo del CONI
a viale Tiziano 74, con il fondamentale sostegno e partenariato della Federazione
Ginnastica Italiana. Quella scheda è un documento che da solo ci spiega chi fosse
Andreina, donna tenace, indipendente, volitiva, campionessa in bravura, metodo e stile,
che dopo una importante carriera di atleta, quando ancora i saggi ginnastici si
confondevano con le prove agonistiche della nascente atletica leggera, corre, salta e
lancia sui campi sportivi italiani ed esteri, distinguendosi come campionessa in varie
specialità. Andreina è stata dunque una donna emancipata sin dagli anni Venti, avendo
avuto ben chiaro da subito, appena diplomatasi all’Istituto di Magistero per l’Educazione
fisica di Torino nel 1922, (esattamente un secolo fa dunque) che l’educazione del fisico
per la donna, e il conseguente impegno sportivo, l’avrebbe fatta evolvere, emancipare
dallo stato di riservatezza e chiusura in cui la storia da sempre l’aveva relegata. È noto
infatti come, all’indomani della Grande Guerra, nel famoso spartiacque tra epoche, si sia
situata anche la scoperta dell’apporto delle donne a una società più moderna e, appunto,
più consapevole del loro ruolo.
L’archivio di Andreina è ricchissimo di testimonianze in tal senso, e la giornata del 12
aprile, se da un lato voleva annunciare al mondo della ginnastica (e degli sportivi in
genere) l’intitolazione di una strada romana alla figura emblematica, per la nostra storia
dello sport, di una donna che ha fortemente influenzato lo sviluppo successivo dello sport
femminile in Italia, dall’altro voleva anche avvalersi dell’occasione per presentare
l’inventario del suo archivio, completato con grande perizia e generosità da Rosalba
Catacchio, già funzionaria della Soprintendenza Archivistica della Puglia, nostra socia
onoraria, nonché vincitrice nel 2019 del Premio SISS “Nora Santarelli”. Un lavoro
accurato, molto utile agli storici per la definizione di Andreina, figura poliedrica di sportiva
che ha dato l’incipit alla ginnastica ritmica (all’epoca detta “ginnastica moderna”), disciplina
che tante medaglie e soddisfazioni ha portato all’Itali, continuando ancora a procurarne.
Proprio queste medaglie e riconoscimenti sono stati ricordati da Davide Ciaralli, capo
Ufficio Stampa della FGN, che con Angela Teja ha coordinato la giornata e che ha anche
presentato al folto pubblico le parole testimonianza di Emanuela Maccarani, intervenuta
dall’Accademia Nazionale di Desio. Parole sentite queste ultime, di chi conosce in maniera
magistrale la materia e sa essere grata a chi ne è stata l’iniziatrice in Italia. La Maccarani,
l’allenatrice più medagliata di sempre, ha sottolineato l’importanza della ginnastica ritmica
tra le più creative per lo studio dei movimenti abbinati alla musica in un unicum di
completezza educativa per le ragazze, alle quali è in grado di lanciare un messaggio di
autostima e consapevolezza di grande impatto per la loro crescita personale.
Il fil rouge della giornata è stato dunque quello dello sport quale strumento di
emancipazione femminile, su cui si è soffermato il nostro Presidente Francesco Bonini, il quale, dopo l’accoglienza del pubblico da parte della FGI espressa dal Segretario Roberto
Pentrella, ha aperto la giornata, ricordando l’importanza della storia per la sopravvivenza
stessa dello sport. Importanza rappresentata concretamente in questa bella giornata dalla
R. Società Ginnastica Torino che era in sala con il suo Presidente Emanuele Lajolo di
Cassano e con la Vicepresidente Nadia Rizzo. Titti Di Salvo, Presidente del Municipio IX
dove si trova la strada (in un nucleo di strade intitolate a sportivi, unica donna), ha
ricordato come si possa raccontare la storia anche attraverso la toponomastica, che alle
donne rende giustizia assicurandone la visibilità. Nel caso dello sport, quello femminile
non ha ancora raggiunto la parità e la Di Salvo ha ricordato come, da deputata della
precedente legislatura, con Laura Coccia (intervenuta anche lei alla Giornata ma online e
da Bruxelles, in qualità di atleta paralimpica e di storica) si sia adoperata alla creazione di
un fondo per la maternità delle sportive, utile sussidio nel momento in cui lo sport delle
donne non ha ancora lo stesso welfare delle altre professioni. Rosanna Oliva De Conciliis,
Presidente della Rete per la Parità, illustre personalità del mondo associativo femminile
per aver vinto nel 1960 la battaglia legale che ha reso accessibili anche alle donne i
concorsi pubblici, ha evidenziato il ruolo dello sport nel raggiungimento della parità dei
diritti, elemento sottolineato anche da Gabriella Anselmi, dell’Associazione Leadership e
Empowerment Femminili, la quale si è rivolta direttamente agli studenti presenti in sala, tre
classi del Liceo scientifico Farnesina accompagnati dalla Preside Marina Frettoni e dai
professori Mario Bellucci, Lorella Barbaresi e Daniela Scolozzi.
Due i focus della mattinata, dunque, l’intitolazione della strada alla Gotta e la
presentazione del suo archivio inventariato, accanto al sentito ricordo di Riccardo Agabio,
Presidente Onorario della FGI e negli anni ‘60 e ‘70 assistente di Andreina Gotta.
Oggi solo poco più del 6% delle strade romane sono dedicate a donne e solo tre sono le
sportive, compresa Andreina. Della necessità di rendere visibili le donne e le loro storie
anche attraverso la toponomastica ha parlato Emma De Pasquale, della redazione di
“Vitamine vaganti”, la rivista dell’associazione Toponomastica Femminile da lei
rappresentata in questa occasione. Le sue parole, dense di dati riferibili alle vie intitolate
alle donne a Roma e su scala nazionale, hanno insistito sulla necessità di abbattere,
anche attraverso la toponomastica, un “patriarcato scritto in pietra, vetri e mattoni”. Il
complesso dei saluti istituzionali è così apparso un crogiuolo di idee determinato dal
concorso di personalità del mondo dello sport e di altre di organizzazioni culturali, con un
interessante scambio di pareri in una sorta di piacevole e utile assonanza. Se lo sport è
cultura, infatti, questa risalta bene quando si affiancano le varie voci che compongono la
nostra società da ogni punto di vista e non esclusivamente da quello sportivo.
Sull’importanza della storia è tornato Donato Tamblé, già Soprintendente archivistico del
Lazio, che ha definito gli archivi “granai della storia”, ricordando come da anni la SISS si
adoperi per la loro salvaguardia, in particolare mediante il Dipartimento Beni culturali
sportivi di cui è co-Direttore, e con la specifica sezione sugli archivi. Anche il Centro Studi
“Sport’s Records-Archivi e Memoria dello sport”, di cui lo stesso prof. Tamblé è
Presidente, si adopera in tal senso dal 2014, con la finalità di dar vita a un progetto
nazionale che coinvolga tutte le Soprintendenze archivistiche, per un esaustivo
censimento degli archivi sportivi e per una loro effettiva e capillare tutela, auspicando
inoltre la realizzazione di una rete condivisa di luoghi di conservazione delle fonti
documentarie dello sport. Un filmato della recente emozionante vittoria olimpica delle “Farfalle” a Tokyo 2020 ha concluso la parte dei saluti istituzionali aprendo lo spazio delle testimonianze e interventi
del pubblico, nel quale erano presenti numerose Autorità, tra cui Daniela Monaco della
Rete della Parità e del Consiglio Nazionale Femminile Italiano, Carla Varese già dirigente
CONI, Maria Emanuela Marinelli già funzionaria MiBAC, numerosi professori dell’ISEF
statale di Roma tra cui Alberto e Renata Mezzetti, Giuseppe Cilia, Attilio Lombardozzi,
Guido Brunetti, Lamberto Cignitti attuale responsabile Gruppo Sportivo dei VV FF, Claudia
Crova e Flora Iannarilli attuali docenti di Ginnastica ritmica all’Università del Foro Italico,
Novella Pavesi e Cinzia Delisi della FGI, Maura Catalano dell’Ufficio Regionale Scolastico
del Lazio. In prima fila c’erano alcune delle principali protagoniste della Ginnastica ritmica
a livello nazionale, tra cui Daniela Delle Chiaie (della FIG), Marina Piazza e A. Vera
Pifano, che con M. Rosa Rosato (la prima allenatrice della squadra Nazionale per circa un
ventennio, intervenuta online) hanno chiuso la giornata ricordando l’influenza che la Gotta
ha avuto sulla loro preparazione e di conseguenza sui successi della nostra Nazionale da
loro guidata in diversi momenti. E’ stato un onore per chi ha organizzato avere tante
personalità, tutte rimaste fino alla fine della Giornata, oltre che un ossequio alla memoria
di Andreina.
Le famose “Farfalle” hanno chiuso con un loro saluto da remoto dall’Accademia Nazionale
di Desio lasciando nel pubblico oltre a un piacevole stupore, un’impressione di freschezza
per la loro giovane età e al contempo di devozione all’augusta Maestra.